sabato 11 ottobre 2008

Convegno Cicap e FAQ

Finalmente ho un attimo di tempo per pubblicare un nuovo intervento. Dall'ultimo post ci sono varie novità, tra queste il Convegno del Cicap a Padova. Sono stati due giorni molto intensi, ma credo anche molto interessanti e costruttivi. La presenza di Piero Angela durante la maggior parte delle relazioni e i suoi numerosi interventi hanno entusiasmato i presenti. Gli argomenti sono stati tanti e molto vari: dalle pseudoscienze ai complotti, dai cerchi nel grano alle medicine alternative. Come se questo non fosse abbastanza al termine della prima giornata di convegno Marco Morocutti e Nicolas D'Amore, introdotti da Piero Angela, ci hanno intrattenuto per un paio d'ore con effetti d'illusionismo incredibili.
Decisamente significativo è quanto detto da Piero Angela:

"Una cosa che mi stupisce sempre è che un’iniziativa così bella e così pulita come il CICAP non attragga più persone"


"Oggi, venendo qui, il tassista mi ha chiesto: “Ma i fondi chi ve li dà?”. “Nessuno”, gli ho risposto. Non prendiamo un euro né dalle istituzioni, né da privati, né da sponsor. Ci paghiamo tutto di tasca nostra."


Credo che queste parole rispecchino prefettamente lo spirito del Cicap e i sacrifici (anche economici) che i vari "investigatori dell'occulto" fanno per poter fare un po' di luce e chiarezza sui numerosi misteri che ci circondano. Per questo motivo ritengo abbastanza triste vedere persone che, non conoscendo minimamente l'attività del Comitato, si permettono di insinuare che i soci siano tutti pagati e stipendiati per mentire. Probabilmente per queste persone è inconcepibile che scienziati e studiosi si impegnino a fondo e spendano denaro di tasca propria per indagare i misteri, ma fortunatamente è proprio così.
Per citare ancora una volta Piero Angela:


"Diventare soci del CICAP è qualcosa di molto gratificante.[...]Perché è una cosa pulita e bella, dove non si entra per fare carriera o per diventare ricchi, ma si ha la certezza di fare qualcosa di utile tanto per gli altri quanto per sé stessi."

Spero, quindi, che i partecipanti al convegno possano supportare e aiutare il Cicap nelle sue attività o per dirlo tramite le parole di Piero Angela:


"C’è bisogno anche di voi che leggete ora queste parole. Se verrete nel CICAP troverete tanti amici con cui confrontarvi, con cui impegnarvi insieme e con cui condividere battaglie e soddisfazioni. Ma soprattutto vi arricchirete moltissimo dal punto di vista morale. Quando ci troveremo al Convegno del ventennale, tra un anno, io mi auguro davvero che il numero dei soci sia sensibilmente cresciuto. Perché la funzione che esercita il CICAP, una funzione di verifica delle notizie, di corretta informazione, di denuncia di truffe e imbrogli e di tutela dei più deboli, è troppo importante per essere trascurata."

Cambiamo argomento, ma rimaniamo in tema Cicap:
finalmente è stato pubblicato lo speciale sulle scie chimiche sul sito del Cicap. Il primo articolo dello speciale è una raccolta di domande frequenti che chiunque potrebbe porsi avvicinandosi alla teoria delle scie chimiche. La speranza è che le risposte, derivanti da un attento studio della teoria delle scie chimiche con la collaborazione di professionisti del settore, possano fornire un importante punto di riferimento per tutti coloro che vorranno districarsi nell'enorme quantità di affermazioni che, quotidianamente, vengono fatte dai sostenitori della teoria del complotto.
Ringraziando l'interno gruppo di studio per la collaborazione, auguro a tutti un buon proseguimento di week end.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Buon giorno, e' il mio primo commento su questo blog.
Rispetto all'argomento del suo articolo, credo di essere un po' off-topic.
Le scrivo a proposito delle scie chimiche.
Sto cercando disperatamente di portare avanti un discorso sensato con alcuni sostenitori di questa tesi (inclusi alcuni a lei tristemente noti) in QUESTO thread.
Nel thread e' stato affrontato l'argomento dell'analisi diretta delle scie degli aerei per verificarne la composizione.
Come senz'altro sa, molti hanno proposto il prelievo in quota per mezzo di altri aerei.
A me sembra una soluzione logisticamente improponibile per dei semplici "hobbisti" ed ho controprosto delle analisi spettroscopiche, eseguite direttamente dal suolo con telescopi e spettroscopi alla portata (e in possesso) di molti appassionati di astronomia, utilizzando il sole come illuminatore delle scie.

Il blogger Markogts mi ha fatto notare che l'argomento era stato discusso sul forum di Focus relativo alle scie chimiche e trovato impraticabile grazie al contributo di un chimico.

Ho verificato sul forum e, in effetti, la' si proponeva di andare a cercare le righe di assorbimento del bario metallico, dato che i proponenti delle "scie chimiche" sostengono che appunto il bario ne sarebbe uno dei componenti.

La mia idea invece era questa: tra i sospetti "additivi" viene citato spesso il trimetilalluminio. Questo, a contatto con l'umidita' dell'aria ed il calore degli scarichi dei motori, dovrebbe reagire rapidamente e dare idrato di alluminio.
Se non erro, potremmo vedere nell'infrarosso le bande di assorbimento associate ai primi modi vibrazionali per questa molecola.

Mi farebbe piacere avere un parere sulla mia idea, date alcune considerazioni:
1) non sono un chimico, ma un fisico. La spettroscopia (ottica o infrarossa) non e' proprio il mio forte. Quindi potrei avere scritto una solenne cavolata.

2) Se anche la mia idea fosse praticabile, non so come calcolare i valori per le bande di assorbimento attese o, meglio, dove andare a cercare degli spettri di riferimento.

Forse sarebbe stato meglio spedirle una mail, ma mi sembrava di essere meno invasivo in questo modo; la ringrazio comunque per l'attenzione che vorra' dedicarmi.

A proposito: complimenti, ottimo lavoro. Lei ha la pazienza di un santo.

markogts ha detto...

Ciao Dario! Al di là delle righe del bario atomico, penso che una misura spettroscopica delle scie sarebbe comunque interessante. Ma sono "analfabeta" nel campo della spettroscopia, per cui mi rimetto alla conoscenza degli addetti ai lavori.

Simone ha detto...

Ciao Dario e benvenuto,
ti do del tu perchè come ho già detto varie volte, in rete il contesto è decisamente informale quindi mi sembra forzato darci reciprocamente del lei. Spero tu sia d'accordo.
Veniamo subito al punto:
le cosiderazioni da fare sono molte e dipende sempre dal punto di vista che assumiamo. Iniziamo con il punto di vista "credente":
Le scie chimiche sono composte da bario, alluminio, silicio, polimeri, funghi, virus, batteri, globuli rossi essiccati e altre decine (se non centinaia) di sostanze. Se ci mettiamo in questa ottica un eventuale spettro di assorbimento del bario sarebbe inutile bisognerebbe condurre esperimenti di verifica per ognuno di questi elementi il che è impossibile. D'altra parte non ho la più pallida idea di quale sia lo spettro di assorbimento del bario metallico (figuriamoci i vari sali), che rientri nello spettro di emissione solare o meno è poco importante visto che la sorgente è estremamente lontata e di certo non è possibile registrare selettivamente la luce proveniente dalla presunta chemtrails. In atmosfera ci sono fenomeni di riflessione e rifrazione è impossibile pensare di poter raccogliere la luce filtrata attraverso un scia a qualche km di distanza. Per fare queste cose è necessaria una sorgente molto più collimanta con un percorso ben definito.
Detto questo, sempre dal punto di vista credente, valutiamo l'analisi in quota:
le scie chimiche si trovano a 2000m di altitudine, forse anche meno, sono quotidiane e persistenti tanto che comprono il cielo con una fitta nebbia chimica. Ora se questo fosse vero salire a 2000m o anche meno e campionare l'aria sarebbe quasi banale se confrontato con il metodo spettroscopico. Basta salire su un monte abbastanza alto e campionare la "nebbia di ricaduta" o con un piccolo aereo campionare le scie. Non è difficile. Affittare un aereo costa qualche centinaio di euro (2-300), il piano di volo è una formalità, lo si approva prima del decollo, tanto più che dovrebbe prevedere un rapido volo nello spazio aereo già utilizzato dall'aeroclub (se le scie sono dovunque inutile campionare in altre zone). La strumentazione di campionamento non è particolarmente costosa, si tratta di raccogliere in contenitori di volume noto l'aria mista alla scia. Stessa cosa per le analisi, posso occuparmi io sia del protocollo, sia delle analisi che possiamo tranquillamente far fare al Dipartimento di Chimica Generale dell'Università di Pavia, ad una cifra molto bassa. In totale con una stima a spanne il tutto potrebbe costare sotto i 1000 euro.
Cambiamo punto di vista, quello della scienza:
le scie sono scie di condensa quindi si trovano a 10.000 metri (km più km meno), arrivare a quelle altezze è un problema serio e i campionamenti diventano estremamente costosi. Per un analisi di questo tipo non si potrebbe fare altro che appoggiarsi ad un centro di ricerca meteorologiche attrezzato (non so nemmeno se ce ne sono in Italia) per campionamenti in alta quota. Probabilmente a sto punto sarebbe più fattibile il campionamento diretto dei gas di uscita di un aereo civile montando un campionatore in punti adeguati della fusoliera. Non sto a dirti quanto sia comunque problematica anche questa via.
Le misure di metalli/gas in alta atmosfera si eseguono davvero con la spettroscopia e si usa la tecnica LIDAR
http://it.wikipedia.org/wiki/Lidar
Il principio è esattamente quello di uno spettroscopio, ma sfrutta come sorgente un laser (appunto la sorgente collimata di cui si parlava prima) e il rilevatore rileva appunto il fascio laser di ritorno dalla nube analizzata.
Qui un semplice schema di come funziona:
http://imk-ifu.fzk.de/305.php
Anche in questo caso non è semplice fare delle analisi in quanto bisogna necessariamente appoggiarsi ad un centro meteorologico. D'altra parte questo non è nemmeno necessario, sono numerosissimi gli studi che determinano la composizione delle contrails tramite LINDAR e nessuno ha mai trovato qualcosa di diverso da acqua. Ad esempio ti riporto un frase che ritengo particolarmente significativa:

"Since contrails are mostly embedded in pre-existing cirrostratus,
it is difficult to identify the contrails from lidar
backscatter profiles."

Fonte: F. Immler1,3,Cirrus, contrails, and ice supersaturated regions in high pressure
systems at northern mid latitudes, Atmos. Chem. Phys., 2008, 1689

Discovery Channel tempo fa aveva fatto un servizio sulle chemtrails e in esso venivano analizzate sia le contrails tramite LIDAR (o almeno così sembra dalle immagini mostrate), sia il carburante che secondo la teoria complottista dovrebbe essere contaminato. In entrambi i casi le emissioni sono risultate essere perfettamente sovrapponibili al kerosene (inteso come reagente da laboratorio chimico) e non contaminate da metalli o residui anomali.
Spero di aver risposto ai tuoi dubbi in questo lungo intervento. Ho scritto un pò di fretta quindi spero di non aver fatto errori fisici, nel caso correggimi.

Unknown ha detto...

Ciao Markogts.
Temo che non servira', oramai.
La risposta di Luka78 al mio commento sulla Staninger e' stata un po' deludente.

Ci si risente in rete, quando capita.

Unknown ha detto...

Ciao Simone,
accidenti che coincidenza: abbiamo postato nello stesso minuto!

La tua risposta e' stata molto interessante, anche perche' non sapevo che qualcuno ci avesse gia' provato, e con mezzi piu' che adeguati. Giusto per curiosita', perche' non avete usato anche questo argomento?
Mi sembra decisivo.
O me lo sono perso?

Per puro piacere di conversare, dato che in presenza di studi come quello che hai citato la mia idea e' perfettamente inutile, avrei una piccola obiezione al tuo scenario.

Anzitutto, nel mio post non ero stato molto chiaro, in effetti, ma avevo pensato anch'io al problema della bassa luminosita' specifica delle scie e del campo inquadrato dallo spettroscopio.

Le scie si espandono, quindi avevo pensato di campionare le scie "molto espanse" (in pratica, la nebbia di ricaduta, come dici tu), in una giornata identificata come di "pesante irrorazione" dagli sciachimisti.
Questo ci porrebbe in una situazione piu' favorevole di quella dell'esperimento che hai citato, dove era importante analizzare direttamente la scia appena formata.
Per farlo, pensavo di usare un telescopio di sei od otto pollici e chiuso almeno a f/12 ed un oculare a forte ingrandimento, per garantirsi un FOV di un terzo di grado o meno. Il tutto, ovviamente, accoppiato ad un buon spettroscopio a reticolo e ad un CCD per astronomia (che nell'infrarosso anche lontano se la cava bene).

Un singolo campionamento non servirebbe a nulla, perche' il segnale sarebbe ridicolmente basso (ammesso che ci possa essere, donde la mia domanda sulle frequenze da aspettarmi).
Quindi pensavo di prendere alcune migliaia di immagini della medesima porzione di cielo ed integrarle, con una tecnica ben consolidata ed usata anch'essa in astronomia (ma per tutt'altro scopo). Ad ogni immagine, prima di essere aggiunta allo "stack", verrebbe sottratto uno spettro solare di riferimento nella stessa regione dell'infrarosso.
Questo permetterebbe di mantenere pressocche' costante il rumore e di esaltare il segnale (circa con il log del numero di frame usati).

Non proprio banale, lo ammetto, ma (con un grosso punto interrogativo) forse fattibile. Del resto, se degli amatori riescono a prendere spettri di nebulose ad emissione di magnitudine 10 o meno...

Davo comunque per assodato che poi occorra la collaborazione di un centro studi indipendente e qualificato per interpretare gli spettri ottenuti (di sicuro, non mi metto io a farlo perche' non sono capace. Dubito che lo sia lo schiachimista medio).

Infine, cio' che meno mi piace dell'idea del prelievo diretto e' che se ne potrebbero organizzare pochissimi.
Quindi il metodo resterebbe soggetto ad una scarsissima statistica (dal punto di vista dello "scienziato") ed i risultati sarebbero ignorabili con un: "beh, se non hai trovato la nanomacchina assassina, e' perche' hai pescato la scia sbagliata" (dal punto di vista del "credente").
Un'analisi spettroscopica, invece, potrebbe essere ripetuta migliaia di volte ed in dozzine di siti.

Una cosa, comunque, e' sacrosanta: come diceva Markogts (o era Riccardo?), l'onere della prova spetta ai proponenti la teoria delle "scie chimiche". Quindi, analisi in quota o spettroscopia, mi apsetto che siano loro a muoversi.

Simone ha detto...

L'argomentazione: "La prova X è già stata fatta" è decisiva solo per chi ha buon senso. Non può essere decisiva per il complottista medio che risponde "ma quella prova è stata falsata dal fatto che tutti erano collusi con il governo ombra mondiale". D'altra parte è ovvio che non si potrebbe ripere nessuna delle due prove proposte per ogni complottista. Non so con quanta attenzione hai seguito la questione scie, ma per ogni complottista che esegue una prova con la quale si convince che effettivamente quelle sono scie di condensa, spuntano altri 2 complottisti che scomunicano l'ex collega sostenendo che sia stato comprato dai servizi segreti.
Divagazioni a parte, l'idea del telescopio non è male, ma non so quanto sia davvero fattibile. Premetto che non sono un esperto in questo campo, quindi le mie sono obiezioni puramente spannometriche. Dunque posto di poter inquadrare una regione di cielo ben precisa siamo sicuri che la luce solare risulti veramente filtrata? Nel metodo LIDAR un raggio viene "sparato" sulla nuvola/scia e si misura il raggio di ritorno, siamo quindi sicuri che il raggio sia passato di li e li solamente. La luce che entra nel telescopio comprende solamente quei raggi che attraversano la scia? Non è più probabile che la luce che vediamo sia prevalentemente luce solare diffusa nell'atmosfera e quindi non caratteristica della zona? Altra obiezione: l'assorbanza dipende dalla concentrazione, dalla epsilon e dalla lunghezza del cammino ottico (legge di Lambert-Beer) di conseguenza il segnale rilevabile sarà più o meno intenso in base allo spessore della nube. I cirri sono piuttosto sottili, la sensibilità del metodo è sufficiente per vedere un segnale significativo e distinguibile dal rumore di fondo (IR di provenienza solare)?
Altra questione: qual'è la precisione nella misurazione? Nel secondo link fornito se dai un occhiata all'immagine la lunghezza d'onda è misurata alla terza cifra decimale, è una precisione notevole.
Ultima questione: se i meteorologi usano il LINDAR e loro stessi dicono di non vedere differenze tra contrails e cirri, non è detto che sia così semplice avere un "bianco" da sottrarre alla misura. Oltre tutto se con un telescopio si potessero ottenere risultati accettabili perchè usare il LINDAR che è sicuramente molto più costoso? Che differenza c'è tra le due tecniche e nel caso fosse valida la tua proposta quanto la misura sarebbe accettabile dal punto di vista puramente scientifico? (dal punto di vista divulgativo possiamo soprassedere, ma se poi il metodo non è scientificamente riconosciuto la critica è facile).
Sono d'accordo che il prelievo è scientificamente poco significativo (poche misure), ma la questione non è scientifica. Non avrebbe senso oggi scrivere un lavoro peer reviewed sulla questione della composizione delle contrails. Se volessimo parlare del numero di misurazioni sarebbe facile citare centinaia di articoli sulle contrails (considerando che è dal 1918 che se ne parla) con analisi di ogni tipo. Quindi il nostro prelievo deve avere rilevanza scientifica solo dal punto di vista del metodo, non certo dal punto di vista del numero di misurazioni. D'altra parte la teoria complottista prevede che le scie siano rarissime, praticamente inesistenti, se qualcuno di loro sostenesse che l'unica scia analizzata era l'unica di condensa in anni di osservazione...beh direi che la giustificazione lascia il tempo che trova. Per quanto mi riguarda dovrebbe comunque essere il sostenitore del complotto a selezionare la scia da analizzare o la giornata nella quale lui osserva la nebbia chimica. Ti ripeto però che anche in questo modo il complottista potrebbe urlare al complotto, qualcosa tipo: "Erano tutti scienziati, parlavano di cose che non capivo, facevano cose che non capivo, avrebbero potuto fregarmi quando volevano". Il che effettivamente è vero, se domani prendo un filosofo e lo porto in laboratorio a fare un analisi io posso convincerlo di qualunque cosa visto che lui non sa cosa sto facendo. Purtroppo (e guarda caso) tra i sostenitori delle scie chimiche non esistono scienziati che possano controllare con competenza ogni passaggio e in ogni caso un risultato negativo potrebbe sempre permettere loro di sostenere che anche il loro "esperto" è stato comprato. Vedi il complottismo è un circolo senza uscita, non esiste prova che possa escludere un ipotesi di complotto sempre più assurda e elaborata. Se io li portassi in un centro di controllo radar e gli mostrassi che si tratta sempre di aerei civili sosterrebbero che si tratta di un centro di controllo finto o con gli schermi radar manipolati.
Insomma tutte queste prove non servono per provare scientificamente l'esistenza delle contrails, per quello ci sono quasi 100 anni di pubblicazioni, le prove servono per dimostrare che l'affermazione X è falsa in modo semplice e divulgativo. Per questo i sostenitori del complotto non accettano le prove, sanno benissimo che un loro fallimento verrebbe percepito dal pubblico come uno smacco incolmabile, indipendetemente dalle loro successive elaborazioni complottistiche.

Unknown ha detto...

Ciao Simone,
credo che per rispondere alle tue obiezioni (ed alle mie contro-obiezioni) l'unica possibilita' sia preparare uno studio di fattibilita' ben fatto, con tanto di dimostratore tecnologico.
Sull'obiezione della luce diffusa ho una mezza idea, ma credo che continuare ad approfondire qui l'argomento servirebbe a poco. Siamo d'accordo che i principali interessati ad inventare un esperimento probante sarebbero prorio gli sciachimisti. Quindi, al piu', si potrebbe girare a loro questi post e vedere cosa ne tirano fuori.

Circa il fatto che non accetino le prove, purtroppo, credo che non accettino neanche il discorso o di reggere un'argomentazione.
Per confronto, vedi com'e' finita la mia serie di interventi sul blog che citavo all'inizio.

Ad ogni modo, ora che mi hai incuriosito, studiero' un po' la tecnica che mi hai citato.

Per inciso, sicuramente usare un laser da terra risolve parecchi problemi.
Quindi la mia proposta, anche se funzionasse, al limite sarebbe un "second best". Facciamo anche "third".
Solo che non tutti hanno un laser gigante in giardino...

Hanmar ha detto...

Se puo' essere utile:
Progetto SIMAGE, in funzione a Marghera.

Saluti
Hanmar