domenica 25 luglio 2010

Le scie di condensazione aerodinamiche

Data l'ennesima figuraccia fatta dai sostenitori delle scie chimiche colgo l'occasione per trattare la questione delle scie di condensazione aerodinamiche.
Si tratta di un tipo particolare di scie di condensazione, ben diverse dalle solite che siamo abituati a scorgere nei nostri cieli. La scia si forma lungo l'intero profilo alare, in particolare vicino alla fusoliera, e di frequente sviluppa iridescenze per diversi metri dopo il passaggio dell'aereo.



Il principio di formazione è molto semplice: l'aria umida che scorre sull'ala va incontro a repentine variazioni di pressione che portano alla rapida diminuzione della temperatura e quindi al congelamento dell'acqua in minuscoli cristalli di ghiaccio. Se l'umidità atmosferica è adeguata i cristalli possono crescere e persistere formando i cirri artificiali, tipici anche delle comuni scie di condensazione provocate dagli scarichi dei motori.
La caratteristica interessate di questo tipo di scie è che loro formazione avviene con temperature relativamente alte e per questo sono considerate "complementari" alle comuni scie di condensazione.Alle medie latitudini il fenomeno delle scie di condensazione aerodinamiche in alta quota è raro, mentre è piuttosto frequente a quote molto basse, per esempio su aerei in fase di atterraggio.
Gierens ha esaminato nel dettaglio la formazione di questo tipo di scie definendone le caratteristiche, il meccanismo e le condizioni di formazione concludendo che le scie aerodinamiche di alta quota sono visibili solo quando si hanno temperature relativamente alte (intorno ai -30°C) e quindi quando le comuni scie di condensazione non possono formarsi.



Le iridescenze formate sono causate dallo scattering della luce solare che raggiunge i cristalli di ghiaccio. Sempre secondo Gierens, in condizioni di soprasaturazione rispetto al ghiaccio, i cristalli possono, con il passare del tempo, aumentare di dimensioni causando le iridescenze tipiche di questa particolare scia di condensazione.



Riassumendo esistono vari tipi di scie di condensazione e tutto si può dire fuorchè le scie aerodinamiche siano "anomale". La figuraccia fatta dai sostenitori delle scie chimiche è solo indice della loro scarsa volontà nel verificare le informazioni e la loro tendenza a prendere per buono tutto ciò che porta acqua al loro mulino. Basti pensare che nei vari commenti su You Tube qualcuno è riuscito anche a sostenere che questo tipo di scie non è mai esistito e nessuno ne ha mai parlato. Purtroppo (per i complottisti) anche questo è falso, basti pensare che già nel 1942 in un comunicato del NACA (National Advisory Committee for Aeronautics) si parlava di scie di condensazione aerodinamiche persitenti in alta quota.
Credo sia importante sottolineare come in quel documento si parlasse diffusamente anche degli altri tipi di scie e si allegassero le mappe di maggior probabilità di formazione a varie altitudini e in varie stagioni. Ancora una volta i più accaniti sostenitori del complotto si sono accorti di un fenomeno ben noto alla scienza con 70 anni di ritardo, vediamo se almeno questa volta ammetteranno l'errore o come al solito chiuderanno occhi e orecchie pur di non ammettere l'evidenza dei fatti.

13 commenti:

Skeptic ha detto...

Bravo Simone...ma tanto non capiranno.

Domenico_T ha detto...

Riformulerei questa parte,
le scie aerodinamiche di alta quota sono visibili solo quando si hanno temperature relativamente alte (intorno ai -30°C) e quindi quando le comuni scie di condensazione non possono formarsi.

Le contrails da scarichi possono formarsi anche con temperature più alte dato che non è l'unico parametro fisico in gioco.

Altrimenti sentiremo qualche sciachimista dire "visto? visto? Anche Angioni dice che ci vogliono -40°C" :D

Simone ha detto...

@Domenico_T
Hai ragione, tuttavia la mia frase trae origine da quanto dice Gierens:

"In fact, the ambient temperature is well above the maximum threshold value for
formation of » 233K (at ambient water saturation, 300 mb air pressure, and aircraft propulsion
efficiency of 0.3)"

In effetti nelle varie pubblicazioni che parlano di formazione di scie di condensa da gas di scarico è possibile notare come intorno ai -30°C a quote di crociera la formazione non sia possibile nemmeno in condizioni di atmosfera satura.
Gierens arriva a parlare di -40°C per la formazione. In questo caso siamo davanti ad un calcolo preciso basato sugli studi di Appleman e non alle famose 3 condizioni divulgative e per metà inventate. Perciò potrebbero anche dire che Angioni (o meglio Gierens) ha detto che sopra i 233K in aria satura a 300hPa le scie di condensazione comuni non si formano.

The Foe-Hammer ha detto...

Bravo Simone...ma tanto non capiranno

Sarebbe meglio dire che tanto non vogliono capire !!!

SODA CAUSTICA ha detto...

Marcianò & Gonzi non hanno limite alla paranoia e per loro la smentita dello stesso autore rimane una prova ancora più inconfutabile di questo mega gomblottone delle scie comiche.
Purtroppo l'ignoranza è gratuita, e l'istruzione che si paga!

SODA CAUSTICA ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Divilinux ha detto...

STrano che parli di scie di condensazione. Marciano' lo spiega chiaro e tondo nei commenti a quell'articolo:
Basta con queste c***o di scie di condensa! Le scie di condensa NON ESISTONO!

...e se lo dice lui...
:-)

Simone ha detto...

Ragazzi date troppa importanza a Marcianò. Uno che dice:

"Basta con queste c***o di scie di condensa! Le scie di condensa NON ESISTONO!"

come segnalato da Dyve non può essere preso sul serio da persone con un minimo di buon senso. L'esistenza delle scie di condensazione è attestato dai primi anni del '900 con una enorme documentazione, negarlo è quasi come negare l'esistenza dell'acqua calda. C'è veramente bisogno di dare peso a gente che sostiene queste assurdità?
Se questo è ciò che rimane della teoria della scie chimiche non vale nemmeno più la pena di perdere tempo ad occuparsene.
Penso proprio che dopo il mio confronto con Pattera a settembre cambierò argomento di indagine

Divilinux ha detto...

Sai che forse il Rosarione ha rimosso il commento? Mannaggia mi serviva per freezarlo. Forse si è accorto di averla sparata decisamente grossa ed è rientrato nelle righe.
Qualcuno ha il commento.jpg dove dice che non esistono le scie di condensa?

Fabrizio Leone ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Fabrizio Leone ha detto...

Posso proporre il mio blog?
http://genteconlepallequadre.blogspot.com/

Unknown ha detto...

Simone, sento lo stridio delle unghie sullo specchio.

Unknown ha detto...

C'è un particolare che lascia qualche dubbio, daccordo col fatto che una scia dinamica si possa formare anche a quote relativamente basse, per assurdo le possiamo vedere anche all'uscita degli alettoni di alcune macchine da competizione oltre che dalle estremità alari di aerei militari ma queste sono sempre molto brevi e si dissolvono in pochi secondi non essendo formate da cristalli di ghiaccio ma determinate da una semplice condensazione per effetto del repentino abbassamento della temperatura, sarà capitato ad alcuni di vedere uscire fumo dalle bocchette dell'aria condizionata dell'auto. La domanda è: allora se una scia dinamica si può formare a bassa quota perchè rimane visibile per chilometri e persistente per parecchie ore? Dico questo perchè mi è capitato di vedere e fotografare alcune di queste, chiamiamole comunemente scie, al di sotto della basa cumulo e chi si intende un poco di meteorologia sa che i cumuli si sviluppano in verticale partendo da quote che a seconda delle condizioni atmosferiche possono andare da poche centinai di metri fino a 2-3000 mt. allora il quesito è il seguente: come mai queste scie risultano lunghissime e persistenti? Prendendo come riferimento una giornata primaverile a quelle quote non si scende sotto i 0°C percui è pressochè impossibile che una scia dinamica possa avere quegli sviluppi e mantenersi visibile per parecchie ore. Daltronde anche nel suddetto articolo si parla di temperature attorno ai -30°C.