venerdì 21 gennaio 2011

Poltergeist pavese

Riprendo un articolo che ho scritto per il Cicap su uno strano caso avvenuto a Pavia agli inizi di Gennaio.


Pavia. Durante le vacanze natalizie una casa popolare in viale Sicilia sembra essersi trasformata in un luogo infernale. Almeno questo è quanto si apprende dal resoconto fatto dal quotidiano La Provincia Pavese, che l’8 Gennaio 2011 vi dedica un'intera pagina [1] ; dal 27 Dicembre in quella casa nessuno dorme più a causa del susseguirsi di piccoli incendi improvvisi che costringono gli occupanti a continue ronde e a estenuanti turni di veglia.

Il caso, somigliante peraltro a quelli avvenuti nel 2004 in Sicilia nella località di Canneto di Caronia, è estremamente interessante, almeno da quanto viene raccontato dal quotidiano pavese. La situazione della famiglia, composta da una signora di mezza età e da due figli, pare essere irrisolvibile e senza spiegazione. Gli incendi si sono sviluppati per numerosi giorni consecutivi e più volte al giorno persino davanti agli esperti venuti ad accertarsi degli eventi. In effetti a quella casa si sono interessati Vigili del Fuoco con l’intervento del Nucleo NBC di Milano, l’ARPA, la polizia scientifica, alcuni esperti dell’Università di Pavia e persino la chiesa.
L’Arpa, i Vigili del Fuoco e la polizia hanno raccolto campioni di tessuti bruciati ed effettuato misure ambientali, ma tutto è nella norma. Due sacerdoti, convocati dalla stessa padrona di casa, hanno benedetto i locali e invitato gli abitanti alla preghiera.

Come già avvenuto per Caronia, anche in questo caso, le ipotesi “colorite” sull’origine degli incendi non mancano:

A detta del parroco di Santa Maria delle Grazie “Qualcosa di male in quella casa c’è, ma non so cosa. Secondo me è importante che queste persone si mettano in Grazia di Dio, che ritornino in chiesa, per pregare, per liberarsi dalle situazioni negative”.

Franco Maloberti, docente del Dipartimento di elettronica, ritiene che “Se si tratta di onde elettromagnetiche deve esserci una sorgente, magari un trasmettitore o cavi ad alta tensione”. Posizione simile viene espressa da Giuseppe Conciauro, docente in pensione della Facoltà di Ingegneria: “Dovrebbe esserci qualcosa di intenso - riferisce a La Provincia Pavese – non può succedere con oggetti posizionati in stanze diverse. Dovrebbe esserci qualcosa di estremamente potente e secondo me i ripetitori sono da escludere. Si potrebbe vedere se ci sono radioamatori o qualche nuova installazione”.

Nessuno evidentemente si è chiesto come questo “qualcosa di potente” incendiasse i vestiti negli armadi e non gli occupanti della casa, né se questa causa potesse agire su oggetti non metallici. O se casi simili sono mai stati osservati, o se sono noti agli esperti di elettricità o elettromagnetismo.

Il pomeriggio dell’8 Gennaio, comunque, interviene anche il Cicap, grazie alla mediazione di una giornalista de La Provincia Pavese. Con Luigi Garlaschelli mi reco presso la misteriosa abitazione, ormai meta di continue visite da parte di persone che a vario titolo ritengono di poter dare un contributo. Il caso è diventato così famoso che, appena entrati nel cortile, alcune vicine si affrettano ad indicarci la strada corretta per giungere a destinazione.

Entrati in casa troviamo la signora, uno dei due figli e la sua ragazza.

Si tratta di un piccolo appartamento al quinto piano di una vecchia casa popolare lungo il Naviglio pavese (14 scale in un grandissimo cortile).

L’accoglienza è cordiale, ci sediamo intorno al tavolo e iniziamo la nostra intervista per raccogliere informazioni. Scopriamo così che i presenti hanno assistito a tutti gli incendi, anzi fanno il possibile per non lasciar mai solo nessuno per paura che succeda l’irreparabile. Tutti i fuochi sviluppatisi nella casa hanno riguardato materiale facilmente infiammabile (vestiti negli armadi, o una guida telefonica), ma fortunatamente sono sempre stati scoperti in tempo grazie all’odore di bruciato e non hanno portato a conseguenze gravi. I presenti sembrano abbastanza provati dai turni di ronda a cui sono costretti da una decina di giorni, tuttavia l’unica volta in cui la casa è rimasta incustodita per un paio di ore fortunatamente nessun incendio è avvenuto.

Intervistando la signora scopriamo anche che in realtà nessuno di loro ha mai visto un incendio svilupparsi dal nulla; si sono sempre accorti del fenomeno a causa dell’intensa puzza di bruciato e giunti nella stanza di provenienza hanno sempre osservato una fiamma già sviluppata.

Ci vengono mostrati sacchi di plastica colmi di indumenti bruciacchiati e ancora umidi dell'acqua usata per estinguere le fiamme. Si tratta di magliette, calzini, giubbotti e anche coperte (tutti di fibre sintetiche, pare). Osserviamo anche le ante degli armadi carbonizzate in corrispondenza di alcuni di questi incendi. Sono bruciature piuttosto profonde ma localizzate, larghe dai venti ai quaranta centimetri.

Otteniamo anche copia di un elenco di questi piccoli incendi, stilato dalla famiglia. Dal 27 dicembre, gli avvenimenti si sono ripetuti varie volte al giorno. Tranne il 2 gennaio , quando non è successo nulla, il totale riferito è di 45 incendi, con un massimo di 14 il giorno 6 Gennaio.

Purtroppo, nonostante ci fossimo trattenuti in casa per l’intero pomeriggio, nulla è avvenuto; così ci siamo accordati con la signora per tornare il giorno dopo. La giornalista de La Provincia Pavese ci chiede quali potrebbero essere le cause di questi eventi, ma non avendo potuto osservare il fenomeno, Garlaschelli si limita a dire che casi di questo genere solitamente vengono ricondotti ad una causa naturale e comunque hanno una durata molto breve.

La nostra intenzione, in accordo con la proprietaria di casa, è quindi quella di tornare il pomeriggio successivo e dividerci il controllo delle varie stanze in modo tale da non lasciarle mai vuote, installando anche telecamere in grado di coprire la maggior parte della casa. In questo modo se un fuoco si fosse generato spontaneamente avremmo potuto documentarlo; inoltre il figlio con la compagna si sarebbero concessi un pomeriggio di relax dalla continua sorveglianza e non sarebbero stati in casa.

La mattina successiva - una domenica - La Provincia Pavese titola “Il mistero resta anche per il Cicap”. Ma sembra un po' esagerato parlare di mistero quando nessun fatto anomalo si è verificato in nostra presenza in modo da potere verificare come insorgerebbe. Inoltre, per lo stesso motivo, sarebbe stato ancora più azzardato proporre delle spiegazioni.

Sempre in mattinata Garlaschelli riceve una telefonata della signora che, anche a causa del clamore suscitato dai media - non ultimo un tentativo di intervista con una troupe televisiva di Studio Aperto - ha deciso di chiudere la faccenda e non fare più entrare nessuno, Cicap compreso. Viene quindi cancellata l’unica possibilità per Garlaschelli e me di osservare questa presunta generazione di fuochi spontanei. La proprietaria di casa comunque precisa che non è più avvenuto alcun incendio. [2]

Il 14 Gennaio, non avendo avuto più notizie, abbiamo richiamato la signora, la quale ci ha confermato che nessun incendio si è più generato dopo il nostro ingresso nella casa. Siamo quindi, ancora una volta, davanti ad un fenomeno paranormale (o presunto tale) che davanti a controlli stringenti non si verifica; e per il quale non si riesce ad avere la possibilità - o il permesso - di indagare adeguatamente. ( Chissà se annullare i fenomeni misteriosi può considerarsi un potere paranormale caratteristico del Cicap…? )
In ogni caso, la mancata conclusione è un vero peccato perché questo caso aveva tutte le caratteristiche di un classico “Poltergeist”.

Come è noto, si tratterebbe di un presunto fenomeno paranormale, caratterizzato da vistosi manifestazioni fisiche: generalmente movimenti misteriosi di oggetti, rumori e piccoli incendi. Il termine tecnico in inglese è RSPK (recurrent spontaneous psychokinesis ) e sembra sempre essere legato alla presenza di una particolare persona, più che a un luogo. In quest’ultimo caso i parapsicologi parlerebbero di infestazione.

L’interpretazione che viene data da coloro che credono nella realtà dei fenomeni paranormali è che questi casi siano appunto manifestazioni delle energie psichiche delle persone coinvolte (spesso adolescenti con problemi psicologici) [3]. Gli scettici sono soliti scoprire cause più banali, come vibrazioni che fanno muovere gli oggetti [ 4 - 5 ], burle o diretti interventi umani [ 6 – 7], rumori provocati da animali, tubazioni, contrazioni termiche, eccetera.

1) - http://laprovinciapavese.gelocal.it/multimedia/2011/01/08/fotogalleria/pavia-incendi-misteriosi-in-una-casa-di-viale-sicilia-27749963/1

2) - http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2011/01/11/news/gli-esperti-fuori-dalla-casa-degli-incendi-3146694

3) http://it.wikipedia.org/wiki/Poltergeist

4) S. Blackmore – “The adventures of a parapsychologist.” Cap. 22. Prometheus Book, 1986.

5) L. Garlaschelli. “Poltergeist telematico “(Investigatori dell'occulto, Avverbi, 2001, p.63)

6) F. Dell'Acqua e M. Rondanini. “Poltergeist a Legnano?(ibid, p. 59).

7) J. Randi - “The Columbus poltergeist case.” The Sk. Inqirer, vol IX, No 3, p 221-235.

(trad. it. in: J. Randi. Avventure nel mistero. Quaderni del CICAP N. 2, 1999)

8) M. Polidoro - Casa infestata a Lecce? http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274168

9) L. Montali e M. Polidoro. “Poltergeist: il caso di Marco”. (Investigatori dell'occulto, Avverbi, 2001, p.53)

10) M. Franzosi. “Uno strano caso di Poltergeist” ( ibid. p. 56.)

3 commenti:

mastrocigliegia ha detto...

Peggio per me, che non leggo "la provincia"

... installando anche telecamere in grado di coprire la maggior parte della casa.

Quindi le telecamere ve le siete portate via quando ve ne siete andati?
Paura che si incendiassero?

E i figli.
Sono in "età da poltergeist" ?

Simone ha detto...

No , i figli avranno avuto circa 30 anni.

Le telecamere non le avevamo portate dietro il primo giorno. In ogni caso verso sera i fenomeni diminuivano per poi cessare completamente dopo la mezzanotte. Abbiamo quindi preferito fissare l'appuntamento per il giorno dopo così da essere presenti nelle ore di "picco".

Riccardo (D.O.C.) ha detto...

Lo so che non dovrei dirlo, perché non è carino, ma Andreotti docet e d'altra parte di casi simili oramai ne ho visti parecchi: il metodo di indagine del CICAP in casi come questo prevede anche un attento esame della polizza di assicurazione incendi?